Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga è uno dei motivi principali per cui vale la pena di organizzare una vacanza in Abruzzo, anche grazie alla varietà di location che permette di scoprire e visitare. Tra questi c’è, per esempio, Santo Stefano di Sessanio, uno dei borghi più pittoreschi, interamente costruito in pietra calcarea e, quindi, ben riconoscibile per il suo colore bianco. Una passeggiata nel centro storico del paese, con una fortificazione risalente al periodo medievale, è una di quelle esperienze che non si dimenticano.
La storia di Santo Stefano di Sessanio
Ma la storia del borgo si è dimostrata interessante e attraente anche al di fuori dei confini nazionali. Un giovane imprenditore scandinavo di nome Daniel Kihkgren, infatti, è rimasto rapito dalla bellezza del territorio, al punto da comprare numerose case abbandonate nel centro storico di Santo Stefano di Sessanio per ristrutturarle, ovviamente senza alterare il loro aspetto ereditato dal passato. Ne è nato un progetto, denominato Sextantio, di albergo diffuso, che permette di compiere un tuffo a ritroso nel tempo grazie alle magiche atmosfere che lo caratterizzano. Un’altra buona ragione per venire da queste parti è rappresentata dalle lenticchie locali, coltivate da più di un migliaio di anni dopo essere giunte qui dalla Turchia.
Dove soggiornare durante una vacanza in Abruzzo
Ma dove si può soggiornare in Abruzzo spendendo poco e mangiando bene? Per esempio al Magnificat Hotel & Resort, un hotel a 3 stelle situato a Canosa Sannita, ad appena dieci minuti dal mar Adriatico e a mezz’ora dalla montagna. Si tratta di un resort che offre avventura, benessere e relax in abruzzo, impreziosito dalla calorosa e speciale accoglienza garantita da un’attività a gestione familiare. Decisamente vasta la gamma dei servizi a disposizione: tutte le camere sono dotate di frigo bar e televisore al plasma, mentre nel cortile interno è presente una colonnina di ricarica per le auto elettriche che può essere utilizzata dai clienti liberamente. Insomma, un ambiente familiare ma sempre di alta classe.
Il Passo delle Capannelle
Il Passo delle Capannelle si trova lungo la strada che connette la provincia di Teramo e quello dell’Aquila, tra la catena della Laga e il massiccio del Gran Sasso. Il suo nome proviene, forse, dalle capanne dei pastori che un tempo costellavano la zona, visto che in passato il valico veniva attraversato dalle greggi in occasione della transumanza che le portava alle pianure laziali. A mano a mano che si procede verso l’alto, il paesaggio è dominato ancora oggi da greggi e mandrie che pascolano in libertà nei grandi prati. Il passo si trova a un’altezza di 1.300 metri ed è immerso in uno scenario naturale pieno di pace e di tranquillità.
Il Ristoro Mucciante
Il Ristoro Mucciante è un punto di riferimento per molti escursionisti, ma anche per camperisti e campeggiatori che sono soliti ritrovarsi qui per cuocere e gustare strepitosi piatti di carne. La struttura venne realizzata per accogliere l’autogrill di una stazione di servizio, per altro immortalata in un film diretto da Pasquale Festa Campanile e intitolato “Autostop rosso sangue”, che però era ambientato in California e non in Abruzzo. Concluse le riprese della pellicola, Giulio Mucciante decise di rilevare la struttura, che nel tempo si è trasformata in una piccola grande leggenda, non lontana da Fonte Vetica.
Castel del Monte (quello abruzzese)
In Puglia, la fortezza di Castel del Monte è stata scelta addirittura dall’Unesco per essere inserita nella lista dei patrimoni mondiale dell’umanità che meritano di essere protetti. Ma anche in Abruzzo c’è un Castel del Monte tutto da scoprire, pure se privo della tutela Unesco: si tratta di un borgo arroccato di piccole dimensioni che da tempo è una delle icone della transumanza. Se si decide di passare da queste parti non ci si può lasciar sfuggire l’occasione di gustare il sapore forte del canestrato locale. Il 17 agosto di ogni anno, invece, qui si celebra la Notte delle Streghe, con uno show itinerante che si dipana tra le vie e i vicoli del borgo per ricordare il culto che un tempo veniva messo in atto dalle donne allo scopo di tenere distanti le streghe.